Ormai i libri cartacei non servono più a niente! Dal rotolo di papiro all’ebook.

Nel corso del tempo la preziosità di un libro è cambiata. Tutto è iniziato nel lontanissimo VII secolo a.C. e ancora oggi ne vediamo i risultati. Durante l’arco di tutti questi secoli, millenni, possiamo osservare una mutazione per niente banale.

Le componenti della scrittura che sono cambiate sono principalmente tre: il supporto fisico su cui scrivere, la modalità di scrittura (la scrittura stessa) e le modalità di conservazione delle opere.

Ciò su cui mi vorrò concentrare è, però, l’ultimo mutamento che abbiamo fatto: partendo dalla storia della codecologia, paleografia e filologia, arriveremo all’era digitale, dei social; dopo tutto ciò che è accaduto in 2700 anni, un semplice click su uno schermo è bastato per cancellare tutto.

La fonte principale per la conoscenza di questo argomento è stata il libro “Copisti e Filologi” degli autori Leighton D. Reynolds e Nigel G. Wilson.

Il rotolo di Pergamena

Nel VII secolo a.C. è emersa sempre più la necessità di fissare per iscritto tutto ciò che veniva raccontato a voce.Verba volant scripta manent“; è da qui che possiamo iniziare a pensare questa frase, usata spesso dai docenti per ricordare ai propri alunni di prendere appunti.

Dall’inizio del periodo repubblicano della Civiltà romana, quindi, i romani decisero di iniziare a scrivere su un materiale molto fragile e difficile da creare: il foglio di papiro. Il papiro arrivò a Roma grazie ai primi contatti con i commercianti egizi del periodo.
Questo è il primo materiale che gli antichi utilizzavano per scrivere i racconti.

I fogli di papiro venivano incollati uno vicino all’altro, in modo da creare una lunga striscia di papiro (dagli 8 ai 10 metri di lunghezza). Successivamente venivano arrotolati attorno ad un bastone di legno. Questa è il primo esempio di libro: il Rotolo.

Tutti i rotoli di papiro che venivano creati non erano dedicati alla diffusione sociale, ma erano custoditi nei Templi. Sarà dal III secolo a.C. che verranno conservati nelle biblioteche private e pubbliche. Il primo esempio è la Biblioteca del Museo di Alessandria, fondata nel 280 a.C.

L’avvento della Pergamena, cosa mooooolto più difficile

Quando dal IV secolo d.C. i rapporti tra l’Impero romano e gli Egizi cominciarono a ledersi, anche l’esportazione del papiro diventò più rara; e ciò comportò la necessità di trovare un nuovo materiale. Questa esigenza coinvolse soprattutto la Biblioteca di Pergamo, che acquisì importanza dopo l’incendio della biblioteca di Alessandria da parte di Caio Giulio Cesare nel 48 a.C.

Il nuovo materiale per comporre i manoscritti fu la Pergamena, o carta pecora. Questo nome deriva dalla sua provenienza: venivano conciate le pelli di capre o pecore.
Ok, fino ad adesso sembra tutto semplice, ma non era proprio così: – “Va beh, non c’è il papiro ma conciamo le pelli” – ; non proprio così facile. Più semplice a dirsi che a farsi in questo caso. Ne abbiamo parlato nell’articolo “Una giornata nel medioevo”.

La Pergamena porta con sé la nascita del Codice Manoscritto e, quindi, la prima forma primordiale del nostro amato libro. A questo punto i libri cominciano ad essere più apprezzati, soprattutto perché di molta più facile consultazione: prima bisognava srotolare 10 metri di papiro per leggerlo, adesso abbiamo delle vere e proprie pagine, con un Recto e un Verso. Capite che adesso si consulta molto più volentieri un Manoscritto.

Dal XV secolo la stampa a caratteri mobili e il libro che conosciamo

Come da titolo, dal 1455 in Occidente abbiamo, finalmente, la stampa a caratteri mobili grazie al tedesco Johannes Gutenberg. Questo avvenimento ha mutato radicalmente sia la Filologia, come studio dei testi, sia la produzione libraria.

Dalla seconda metà del 1400 possiamo toccare un libro su carta, quasi simile ai nostri del XXI secolo. Dobbiamo precisare che la carta verrà importata in Europa grazie agli arabi e i loro contatti con l’Oriente nel IX secolo.

I libri stampati vengono sempre più conservati in biblioteche a gestione statale, con maggiori centri in Francia, Irlanda e Inghilterra. In Italia prevale ancora la presenza del monastero come luogo di conservazione dei libri. Questo porta una più attenta conservazione dei libri e quindi una maggiore possibilità che si conservino nel tempo.

L’Ebook, il libro 2.0

Dal 1971 nasce l’Ebook e di conseguenza la possibilità di leggere su un supporto digitale tutto ciò che fino a quel momento era stato così faticosamente conservato su supporti fisici, soggetti a usura e distruzione. Ora, anche se un libro fosse bruciato, o distrutto, noi riusciremmo a conservarne il contenuto in internet, nel Web.

Dall’avvento sempre più pressante del libro digitale si sente sempre più parlare della “morte delle librerie fisiche”; ecco, secondo me nessun libro digitale potrà mai sostituire le sensazioni che nascono dal tocco, odore, vista di un bel libro cartaceo. A questo è molto legato l’articolo che avevo già scritto “Una volta c’era il libro per Sognare, ora il Cellulare per Viaggiare”

Mi piacerebbe continuare il discorso sentendo le opinioni di altre persone, che siano anche contrarie a ciò che è stato scritto. Perché vorrei comprendere altri punti di vista su questo argomento. Cercare di dare una risposta agli interrogativi che mi pongo. Quindi, se ti fa piacere lascia un commento!!! Se ti interessano questi argomenti puoi anche contattarmi anche dal seguente sito: https://equipepedagogicasportivaedinclusiva.wordpress.com/. O visita la pagina Facebook: Giocando con la Pedagogia.