Errare è diabolico, perseverare è umano

Sbagliare sta diventando sempre più complicato: troppi coinvolgimenti emotivi, sociali e, soprattutto, psicologici. Chi sbaglia, è come se in un certo senso fallisse la cosa più importante della vita; agli occhi degli altri e, ahimé, anche ai suoi.

Ma se per miracolo così non fosse, quando ci esponiamo all’errore facciamo comunque di tutto per non raggiungerlo; perché sarebbe certamente una “brutta figura”.

Avevo già affrontato questa tematica nell’articolo “Nessuno è nato imparato!“, dove, anche lì, viene riportato il concetto dell’errore e della perfezione scolastica, a cui i nostri ragazzi d’oggi, purtroppo, sono sottoposti.

L’intelligenza umana, un’arma a doppio taglio

Se ci pensiamo, in un certo qual senso, in tutto questo c’entra l’intelligenza umana: arma potentissima, che però negli ultimissimi anni l’abbiamo resa a doppio taglio. Lo sviluppo tecnologico che abbiamo raggiunto oggi, 2021, credo che se lo avessimo raccontato ai nostri nonni (sono nato nel 1994, quindi per nonni intendo persone nati agli inizi del secolo scorso), ci avrebbero riso allegramente in faccia. Non stiamo parlando di millenni, ma di una manciata di anni; eppure, abbiamo raggiunto l’impossibile.

Ma questo, come influenza il concetto di errore? Semplice: l’immediatezza che ci ha dato la tecnologia nelle comunicazioni, nell’accesso alle informazioni, nell’accesso ai beni necessari, ecc (ti consiglio anche l’articolo “Una volta c’era il Libro per Sognare, ora il Cellulare per Viaggiare” per questo tema specifico); ci ha resi impazienti.

Tutto deve accadere adesso, perché altrimenti non è abbastanza efficiente per gli standard tecnologici. Ma chi può eseguire una cosa perfetta, nell’immediato e senza compiere errori? Un robot, che esegue solo quello che gli viene programmato di fare. Quindi, noi non potremmo essere pari ad un robot, perché noi ragioniamo sempre su ciò che stiamo facendo. Eppure, siccome solo una macchina può essere perfetta e rimanere negli standard sociali di perfezione, anche noi dobbiamo essere come lei.

Se sbagli non fa niente… ma prendi 4

Io, come insegnante, dico sempre ai miei alunni che sbagliare è giusto; anzi, bisogna sbagliare. Perché se non lo si fa è impossibile stabile un parametro che mi dice in che direzione sto andando: quali parti di me stesso devo migliorare, e quali consolidare.

Ma non sempre chi deve dare un giudizio lascia spazio a questa possibilità. A parole si dice molto spesso: “Massì, sbagliare è umano”, “Tutti sbagliano, tranquillo”, “Nessuno è nato imparato!“, ecc. Ma quanti realmente sono disposti a portare avanti ciò che dicono? Siamo chiamati a valutare, ma quanto questa lascia effettivamente spazio al miglioramento? Anche perché il 4 te l’hanno comunque dato.

Non voglio considerare il sistema scolastico come un mondo permissivo, ma neanche costrittivo. In alcuni grado, soprattutto quello della scuola primaria, c’è il bisogno di lasciare spazio all’errore. Il/la bambino/a deve sbagliare. Deve poter sbagliare e correggersi, con o senza l’aiuto dell’adulto. Ciò può sicuramente portare alla consapevolezza che non basta dice: “mi impegno per prendere almeno 6, così sono apposto”. Ma mi impegno per me stesso, per migliorare e rafforzare delle mie capacità. Il voto, o giudizio, è un parametro valutativo che deve esserci, ma non deve essere l’unico obiettivo o la linea della normalità.

Spero che il mondo scolastico possa essere d’aiuto alla vita sociale, perché se già a scuola mi permetto di sbagliare; allora lo potrò fare anche quando non ho un test che mi fa da contenitore.

Se non ce la fai, “fa niente”. Se ci arrivi meglio

Anche nello sport il concetto con cambia: se fai sport devi essere molto bravo e devi per forza essere un campione. Anche nella pratica sportiva bisogna poter sbagliare, non si è sempre perfetti; ma purtroppo gli impulsi sociali ci portano a dover sempre mostrare la propria performance perfetta.

Mi auguro che, lavorando in direzione opposta agli impulsi sociali sia a scuola che fuori, si possa riuscire, anche solo poco, ad attenuare un po’ il senso di essere sempre e comunque perfetti. Errare è fondamentale perché marca il punto da cui possiamo solo migliorare.

Mi piacerebbe continuare il discorso sentendo le opinioni di altre persone, che siano anche contrarie a ciò che è stato scritto. Perché vorrei comprendere altri punti di vista su questo argomento. Cercare di dare una risposta agli interrogativi che mi pongo. Quindi, se ti fa piacere lascia un commento!!! Se ti interessano questi argomenti puoi anche contattarmi anche dal seguente sito: https://equipepedagogicasportivaedinclusiva.wordpress.com/. O visita la pagina Facebook: Giocando con la Pedagogia.